Matteo Poli, 45 anni, lavora in Repower dal 2006. Oggi gestisce 55 consulenti e 3 manager.

Come hai conosciuto Repower?
In un modo abbastanza anomalo per quanto mi riguarda: non ho mai risposto agli annunci della Camera di Commercio. Ma a quel tempo Repower stava cercando dei collaboratori e io, incuriosito, ho voluto conoscerla. Era la prima volta che rispondevo a un annuncio di questo tipo.

Quindi prima non avevi mai lavorato nel mondo dell’energia?
Assolutamente no. Non avevo nemmeno mai pensato alla possibilità di vendere energia elettrica e gas – dei beni intangibili. Non le immaginavo come qualcosa che potessero far parte di una trattativa.

E com’è stato l’inizio?
Intenso: mi sono messo di buona lena per imparare tutto quello che potevo. E allo stesso tempo molto stimolante: per me era tutto nuovo, non conoscevo nemmeno la concorrenza quindi non mi ponevo nessun limite. Andavo dappertutto: per primi da quelli che già mi conoscevano e che mi hanno dato fiducia – e molti di loro sono ancora nostri clienti dopo tanti anni. È stato un periodo estremamente entusiasmante.

Come hai capito che il mestiere dell’agente di commercio era giusto per te?
Lo spirito libero che è in me non ama molto le pressioni e lo stile di lavoro dipendente… ho sempre voluto essere fautore del mio percorso. E con Repower è stato un cammino: una conoscenza reciproca che nel tempo mi ha dato i segnali giusti. Ho fatto il mio lavoro, ho atteso il mio momento, e dall’altra parte ho visto delle risposte che sono arrivate nei momenti opportuni: né troppo presto né troppo tardi. È stata una crescita comune.

Il primo candidato che ti ricordi?
Mi ha detto che avrebbe voluto essere al mio posto entro un anno. Ambizioso sì, tenace pure, ma forse non abbastanza paziente.

Con Repower è stato un cammino:

una conoscenza reciproca

che mi ha dato i segnali giusti nei momenti giusti.

Matteo Poli

Che cos’è per te l’automobile?
Uno strumento di lavoro, come la scrivania per un impiegato. L’unico mio obiettivo relativo all’auto è quello di possedere una Tesla, perché quello è il futuro. Ho già un auto elettrica di piccole dimensioni.

In Veneto la mobilità elettrica si sta diffondendo rapidamente.
Sì, siamo abbastanza avanti sia per numero di possessori di auto elettriche che per numero di colonnine di ricarica sul territorio. Abbiamo anche dei grossi centri turistici lungo il lido di Iesolo dove la presenza di turisti dall’Austria, dalla Slovenia e dalla Germania è elevata e la possibilità di avere ospiti con auto elettrica è alta. Quindi la sensibilità verso questo tema, soprattutto nel settore hospitality, si sta acuendo.

Un sogno da bambino che hai realizzato?
Volevo avere una moto.

Ci sei riuscito?
Sì! Anzi, forse ho esagerato…

Perché?
Perché ora le colleziono. Ho una ventina di moto d’epoca.

Il tuo principio ispiratore?
Roger De Coster, un pilota motociclistico famoso negli anni ’70, sosteneva di aver vinto le sue medaglie durante gli allenamenti: alla gara, si limitava a ritirarle. Il successo è il risultato di un percorso, di un allenamento.


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